About The Zombie Bride

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Una non morta appassionata di orrore.

mercoledì 23 novembre 2011

Can You Hear me?

Quando fuori piove è sempre molto piacevole raccogliersi su una poltrona a leggere un buon libro e magari sorseggiare un bicchiere di vino. Questo almeno è quello che amava fare May.
Viveva da sola in una piccola villetta immersa nel verde,a qualche km dalla città.Era una persona abbastanza solitaria, amante dell’arte e dedita a questa.Era una scrittrice con l’hobby della pittura. E quando fuori pioveva, May, ne approfittava per leggere e cercare nuove ispirazioni per i suoi racconti.
Quella sera la pioggia si abbatteva violentemente su Stratford. May sedeva comoda nella sua poltrona. Leggeva i “Racconti del mistero” di Edgar A. Poe, scrittore di cui amava leggere le parole in quelle nottate un pò burrascose. Diceva che amava suggestionarsi.
La tempesta di pioggia infuriava, così May, previdente, si alzò per andare a raccogliere qualche candela in caso di black-out. Tornata al suo posto di comando, dopo qualche minuto, la luce decise di andarsene lasciando May alle tenebre.
-Puoi sentirmi?-
May si girò di scatto. Cos’era? Aveva sentito davvero una voce oppure era solo il risultato di una mente un pò sovraccarico di suggestione? Optò per la seconda ipotesi.
Cercando di non pensare alla “voce” appena “immaginata”, si dedicò ad accendere le candele e a collocarle in diversi punti della stanza. Dopo aver completato l’operazione, tornò alla sua poltrona ed al suo libro, che imperterrita continuò a leggere.
-puoi…sentirmi..?-
Chiuse il libro e lo lanciò alle sue spalle imputando ad esso gli strani fenomeni.
-Ma santo cielo.Devo essere davvero stanca se ho permesso che dei racconti mi provocassero addirittura allucinazioni uditive!-
-sono qui..-
Qesta volta May non era abbastanza distratta per credere che fosse nuovamente un parto della sua immaginazione. Aveva chiaramente sentito qualcuno bisbigliare, non c’erano dubbi. Girò su sè stessa esaminando con lo sguardo tutti gli angoli illuminati della stanza. Rimanevano poche zone in penombra, zone però di limitata grandezza, quindi irrilevanti.
-Si.ti sento. TI SENTO.Ma chi sei?? Cosa vuoi da me?! DOVE SEI?!-
May stava perdendo evidentemente la calma. Ma dopo aver gridato “Dove SeI!”, il silenzio era tornato ad avvolgere la stanza. Poi d’un tratto la finestra si spalancò facendola saltare d’istinto sulla poltrona.
Ora May se ne stava rannicchiata senza  trovare il coraggio di alzarsi per chiudere quella dannata finestra, la quale apertura aveva causato lo spegnimento di buona parte delle candele. Fortunatamente e inaspettatamente, dopo qualche minuto, la tempesta sembrò cessare. Tirò un sospiro di sollievo ma, non abbandonò la sua posizione.
May appoggiò il mento sulle ginocchia rilasciando i muscoli, fino a quel momento fortemente in tensione. Fu solo allora che sentì quel rumore. Un rumore rivoltante..uno strisciare lento. Si girò, si guardò intorno terrorizzata ma non vide nulla.
Poi guardò in basso davanti a sè e lentamente da sotto la poltrona vide comparire una folta chioma spettinata seguita da una schiena dilaniata e infine da gambe palesemente spezzate. uscita completamente fuori la figura restò stesa immobile con il viso rivolto al pavimento. Il cuore di May sembrò impazzire
-May…credevi che cambiando casa, città e tutto il resto avresti dimenticato?Forse tu hai dimenticato ma io no..- e pronunciate queste parole, divincolandosi in modo rivoltante, si girò mostrando il suo viso alla ragazza che ormai era in stato di shock
-tu..tu mi hai uccisa a sangue freddo May e il mio rancore ed il mio odio mi han permesso di restarti vicino. Sai che giorno è May? lo sai?-
May non rispose..ma in cuor suo conosceva la risposta.
-Oggi sono 5 anni da quando mi hai barbaramente torturato e poi pugnalato a morte. Il mondo non sa che razza  di orrendo mostro sei..ma io non ho dimenticato, nemmeno dopo la morte-
Nella mente di May scorrevano le immagini della notte in cui , cercando una grande ispirazione per quello che sarebbe stato il suo Best Seller, aveva raccolto dalla strada quella giovane autostoppista e ne aveva fatto una martire in nome dell’arte.
L’orribile figura strisciò verso di lei,che intanto se ne restava immobile, aggrappandosi alle sue gambe. Si tirò su e l’avvolse in un abbraccio mortale.
La tempesta tornò ad infuriare e May giacce morta con il viso paralizzato in una smorfia d’orrore.
Quando il giorno dopo il suo agente si recò a casa sua la trovò lì, morta. Arrivò l’ambulanza seguita dalla polizia che ispezionando la casa trovò il diario di may in cui la ragazza aveva raccontato per filo e per segno il suo omicidio.
I resti di Adigail Richard furono finalmente ritrovati e consegnati alla famiglia e May fu dimenticata, anche se c’è chi dice di averla vista strisciare nella foresta durante le notti tempestose.

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