About The Zombie Bride

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Una non morta appassionata di orrore.

martedì 29 maggio 2012

Rumori

Passavamo sempre le vacanze estive nella casa di campagna. Ci riunivamo lì nel mese di agosto. Cugini, zii, nonni e amici che venivano di tanto in tanto a farci visita.
La casa era molto grande. Poteva ospitare fino a 20-25 persone. L'aveva costruita mio nonno quando mia madre e le mie zie erano ancora piccole.
C'erano tre piani e il seminterrato. La mia stanza era l'unica situata al piano terra. Con me dormiva mia sorella minore, Jackie, e la mia cuginetta, Patricia.
Adoravamo quella casa e ancora di più adoravamo i racconti di nonna Louise la sera, quando ci ritrovavamo tutti in giardino.

La campagna del Sussex era nota per le apparizioni di fantasmi. Nonna Louise, che aveva passato tutta la sua infanzia in una piccola fattoria appunto in quelle campagne, conosceva un sacco di racconti relativi alle apparizioni. Noi ne eravamo da un lato spaventati e dall'altro affascinati.
La mia storia preferita era quella relativa ad una giovane fanciulla che era stata uccisa dal suo fidanzato. ma ve la racconto meglio : "Molly aveva da poco compiuto 19 anni quando fu ritrovata senza vita sulle rive di un piccolo laghetto nelle campagne del Sussex. La giovane fanciulla era stata tenuta a lungo con la testa sotto l'acqua finché non aveva perso i sensi e poi la vita. Tutto questo si sapeva perché, al ritrovamento del corpo, il suo fidanzato, Oliver, aveva confessato di aver commesso lui stesso l'assassinio. Il giovane Oliver affermava di averla dovuta uccidere dopo che questa aveva ucciso e fatto a pezzi le sorelle in un attacco di follia. Effettivamente le due sorelline erano sparite da qualche tempo, ma si era sempre pensato fossero state rapite da qualche reduce di guerra colpito dalla follia dopo la guerra il Sussex ne era pieno). Oliver confessò anche di averla vista seppellire i resti e dopo aver indicato il punto esatto in cui potevano essere ritrovati, si era tolto la vita impiccandosi in prigione.
I corpi delle due bambine erano poi stati ritrovati nei punti indicati dal giovane e questo aveva insinuato nella polizia il dubbio che a commettere tutti gli omicidi fosse stato lo stesso Oliver.
La faccenda venne archiviata così. In ogni caso sia Oliver che Molly erano morti ed ogni indagine venne quindi ritenuta superflua. 
Poco tempo dopo iniziarono a sparire altre giovani ragazze. Per giorni non ve ne fu traccia finché i loro corpi esanimi non vennero ritrovati nei pressi del lago. Una donna anziana che amava passeggiare per i boschi a sera inoltrata giurò di aver visto la bella Molly aggirarsi tra gli alberi presso il lago. Nessuno le credette, fino a quando gli avvistamenti della fanciulla non diventarono più frequenti. 
Il lago venne svuotato e riempito di terra. Ci vollero molti soldi e tempo, ma alla fine le morti cessarono e di Molly non si ebbero più notizie."

La storia mi affascinava tanto anche perché Nonna Louise sosteneva che la nostra casa fosse stata costruita proprio nel punto esatto in cui un tempo si trovava il lago.

Era l'estate del 1989 e io avevo 19 anni. Ci ritrovammo come sempre nella nostra casa. Il caldo quell'anno era insostenibile ed era un fatto eccezionale per l'Inghilterra.
Una notte non riuscivo a prendere sonno e mi andai a sedere sotto il portico. Guardavo le stelle e mi lasciavo rinfrescare un po' dalla leggera brezza notturna, quando sentii un rumore costante arrivare dall'interno. Sembrava ci fosse qualcosa che grattava contro le pareti. 
Rimasi qualche istante in ascolto e poi entrai. Seguii il suono e arrivai alla porta del seminterrato. Mi chiesi se fosse il caso di scendere a guardare o se sarebbe stato opportuno chiamare qualcuno. In quel preciso istante il rumore si interruppe e io ne fui sollevata. Tornai a letto, ma non chiusi occhio. 
La notte seguente mi addormentai subito finché il rumore della notte precedente non mi svegliò. Questa volta era più forte. Mi alzai e notai che mia sorella non era nel suo letto. Corsi fuori dalla stanza per cercarla, ma nulla. Il rumore si fece insistente. Andai a chiamare mio padre e quando questo si alzò il rumore cessò.
Svegliammo tutti gli adulti della casa e insieme cercammo Jackie. Ma nulla, era sparita.
Poco tempo dopo arrivò la polizia che ci interrogò tutti. Cominciarono le ricerche nei boschi. Eravamo tutti distrutti. Ci dissero di restare in casa, nel caso in cui mia sorella avesse fatto ritorno.
Due notti passarono senza che sentissi alcun rumore. Mamma e papà restavano in piedi sotto il portico in attesa di Jackie. I miei zii giravano per i boschi invocando il suo nome. Eravamo disperati.
La terza notte riposammo tutti. Ma io fui svegliata ancora dal rumore. Aprii gli occhi e con orrore mi accorsi che anche mia cugina non c'era più. Corsi a chiamare gli altri, ma non c'era più nessuno. Il rumore era fortissimo. Chiamai a gran voce mia madre e poi mio padre. 
Mi precipitai fuori sperando di trovarli in giardino, ma non erano nemmeno lì. Mi decisi ad affrontare il rumore. Scesi nel seminterrato e in un angolo vidi una ragazza girata di spalle che con le unghie graffiava il muro. rimasi impietrita. D'un tratto cessò di fare quel che stava facendo e rimase anch'essa immobile.
Poi si voltò e mi venne incontro. Ci guardammo e io capii che era Molly. Il buio avvolse la stanza e io la sentii entrarmi dentro. Svenni.

Mi risvegliai in ospedale. Poco dopo aver aperto gli occhi alcuni poliziotti entrarono nella mia stanza e mi posero alcune domande. Non capivo. Mi dissroe che erano tutti morti, sgozzati nel sonno e che mia sorella era stata ritrovata senza vita in un fosso nel bosco.
Urlai che sapevo chi era stato. Gli parlai di Molly e dei rumori e di tutto.

Ma la verità era un'altra, dissero.

Sono passati 23 anni e finalmente ho il coraggio di ammettere quello che ho fatto. 
Il caldo di quella estate ha confuso la mia giovane mente e i racconti mi hanno suggestionata al punto da diventare io stessa Molly. Ho ammazzato tutta la mia famiglia a sangue freddo.

Questo è quello che mi hanno fatto scrivere su un foglio che ho poi firmato. Io invece Molly continuo a sentirla muoversi intorno a me, ovunque vada. So che è qui e che sarà per sempre con me.

lunedì 21 maggio 2012

Amore/Odio

-Ti ho temuto, poi amato, poi temuto ancora e poi non ti ho più lasciato.
Volevi portarmi via tutto e io te lo lasciavo fare, ribellandomi un po', ma per finta. Solo per conservare un briciolo di dignità, il giusto per guardarmi allo specchio.
Mi hai ridotto in uno straccio, utile solo per lavare pavimenti luridi al tuo passaggio.
Ma io ti ho amato e tanto. E tu mi sorridevi e io sapevo che quel sorriso era tutto meno che un sorriso pietoso.
Mi hai picchiata, spinta, umiliata. Mi hai sputato addosso e mi hai costretto a prostituirmi con i tuoi amici. E che amici. E io in silenzio ho sempre fatto tutto quello che desideravi, mendicando una carezza o una parola gentile.

Sono passati gli anni e non me ne sono mai andata. Ti amavo, te lo avevo detto? te lo ripeto, ti amavo. E tu? Si, anche tu, in un modo malato mi amavi. Ma in te di umano c'era talmente poco, che ti era impossibile comprendere come si trattano le persone amate.

Siamo rimasti in questa stanza per troppo tempo. L'odore inizia a diventare pensante. Per me è quasi insostenibile il pensiero di passare ancora una notte qui con te, su questo letto.
Il silenzio mi piace, ma il tuo aspetto è ora così osceno, che i miei occhi talvolta rifiutano di guardarti.
Vedi, se solo avessi trovato un po' di calore nel tuo cuore. Se solo mi avessi rispettata un po' di più. Saremmo stati felici, sai? Non avrei dovuto fare tutto questo. Ti ho amato tanto, mio carnefice.
Ma...si, via, mi dispiace. Vieni qui, tra le mie braccia. Lasciati stringere.
E no, non mi importa se dovrò gettare i miei abiti dopo averti stretto. Li brucerò...con te.
Puzzi di merda, sai? E' un odore che ti si addice. E anche il puzzo di piscio e del vomito sono proprio i tuoi.
So che sei stanco, sfinito, ma è quasi finita. Vieni, alzati , andiamo in bagno.
Entra nella vasca, ti aiuto io.
Ti ho amato, tanto, tantissimo.-


Rumore di motosega, grida sommesse. buio.

martedì 15 maggio 2012

Il Giorno della mia morte


Siamo foglie al vento, gocce di pioggia che si perdono del mare, piccole barchette in balia delle onde. Siamo legati alla vita con un filo sottilissimo, come quelli che si usano per cucire.



Era una splendida serata d'estate. Me ne stavo seduta sul dondolo in giardino, guardavo le stelle mentre sorseggiavo una birra fresca. Amavo la mia vita solitaria, circondata dalla natura, lontana dalla vita frenetica della città.Un venticello fresco mi sfiorava il viso e tutto era perfetto. Poi mi volta e lo vidi.
 Se ne stava lì in piedi vicino la porta-finestra. Capii immediatamente che non avrei più rivisto la luce del giorno. Rimasi lì seduta a guardarlo mentre si avvicinava. Non mi mossi. Buttai giù un altro sorso di birra e poggia la bottiglia sul tavolino che avevo di fianco. 
Lui si avvicinava lentamente, come la morte che arriva piano. Aveva indosso un lungo impermeabile nero e un sorriso amaro. 
Quando mi fu vicino, si accomodò sul dondolo e senza dire una parola, posò una mano sulla mia spalla.Ci guardammo come fossimo due innamorati nel momento dell'addio. Poi lui tirò fuori da una tasca un pugnale e me lo mostrò. Io abbassai lo sguardo e mi portai una mano alla bocca. Ho sempre avuto il vizio di mordicchiarmi le unghie quando sono nervosa.
Passarono minuti interminabili prima che lui mi colpisse all'addome con il pugnale. Un colpo secco, deciso, ma privo di odio. Mentre continuava ad estrarre e ad affondare ancora la lama, continuava a tenere la mano sulla mia spalla. Non ricordo un dolore particolarmente forte. Non ricordo di aver pianto. 
Tornai a guardarlo negli occhi, quasi cercassi una rassicurazione. E in effetti così fu. Il suo sguardo, caldo e intenso, mi aiutò a sopportare quel momento terribile. Il sangue sgorgava copioso e io iniziavo a perdere le forze. 
Mi accasciai su di lui, che mi tenne stretta tra le sue braccia. Chiusi gli occhi e fu in quel momento che lui si tagliò una mano e mi fece bere il suo sangue.



Mi risvegliai tra le sue braccia qualche ora dopo. Se non fosse stato lì avrei pensato ad un brutto incubo. Ma quello che mi disse non appena mi riebbi, spazzò via ogni ombra di dubbio



-Ti ho scelta anni fa. Sarai la mia sposa per  l'eternità.



Voi ci credete alle creature immortali? Quelle di cui si parla nei film horror? Beh, io non ci ho creduto finché non ho visto la mia pelle bruciare sotto i raggi del sole. Spero per voi non dobbiate mai scoprire se NOI siamo reali o meno.

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