About The Zombie Bride

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Una non morta appassionata di orrore.

lunedì 9 gennaio 2012

L'antro

Tutto è buio intorno a me. Respiro a fatica, ho l'affanno. Tremo. Ho paura.
Non so né come né quando sono arrivata qui. I miei ultimi ricordi si fermano alla cena con Celine e Martine, in quel bel ristorante in Rue Jean Lanette.
Non devo perdere lucidità. Mi chiamo Virginie Carrot, ho 27 anni e vivo a Bordeaux. Mio padre si chiama Roger e mia madre Justine. Ho due sorelle, Veronique e Annette.
Bene, sono ancora abbastanza presente.
La testa mi fa molto male, devono avermi colpita.
Il buio è così intenso che gli occhi fanno fatica ad abituarsi. Cammino seguendo la parete, gelida e umida. Non credo di essere in una casa, non so.
-C'è nessuno?! aiutatemi!!!-
C'è qualcuno! Una donna, pare.
- Si! sono qui, sono qui!!! Chi sei? dove sei?? è troppo buio, non vedo nulla!-
Non risponde. Mio Dio, sto morendo di paura.
Mi fermo in attesa di risposta.
-Sono qui, in un angolo. Tu chi sei?! Mi hai portata tu qui?? Ti prego dimmi cosa vuoi!-
-No! Anche io non so dove diavolo ci troviamo!!! Resta ferma dove sei che ti vengo a cercare.-
Cammino seguendo il suono del suo pianto misto a grida.
C'è un odore insopportabile. Voglio uscire di qui.
D'un tratto non sento più nulla.
-Continua a fare rumore!! Non ti trovo.-
Nulla.
- Ti prego..aiutami a trovarti. Parlami.-
- Sono qui! Sono qui! Vieni, ti prego-
E' vicina, la sento più forte.
Ora tutto tace. L'odore è sempre più forte man mano che mi avvicino.
-Dove sei?!-
-Sono qui...- bisbiglia lei.
Un brivido mi percorre interamente la schiena. Perché ora bisbiglia?
Mi fermo. Sento il suo respiro. E' qui.
-Ehi...ti sento respirare..-
Poi d'un tratto ecco accendersi una candela nell'angolo. La vedo nella penombra, rannicchiata in un angolo con la candela ai piedi.
Mi avvicino, forse è svenuta per la paura.
Cammino verso di lei, sono a pochi passi quando la donna si gira.
Mi fissa con quegli occhi vuoti e la bocca socchiusa. Gattona verso di me, spaventandomi a morte. Corro nell'angolo, prendo la candela e quando mi volto lei è alle mie spalle, in piedi. Non si muove.
Tremando, sollevo la candela per illuminarle il viso. La bocca è sporca di sangue, gli occhi neri come il fondo dell'inferno. Le sue mani si sollevano e mi afferrano il collo.
Il suo gioco perverso di fingersi vittima l'ha sicuramente divertita, perché ora ride.
Mi spinge contro il muro e a me manca il respiro.
E' sopra di me. Mi afferra la testa e la sbatte contro la parete. Non riesco più a muovermi..
Si allontana e torna da me qualche istante dopo con in mano una pietra appuntita. Me la pianta nell'addome e comincia a mangiare la mia carne.
La mia mente si offusca..non riesco più a pensare...buio.

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