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Una non morta appassionata di orrore.

martedì 15 maggio 2012

Il Giorno della mia morte


Siamo foglie al vento, gocce di pioggia che si perdono del mare, piccole barchette in balia delle onde. Siamo legati alla vita con un filo sottilissimo, come quelli che si usano per cucire.



Era una splendida serata d'estate. Me ne stavo seduta sul dondolo in giardino, guardavo le stelle mentre sorseggiavo una birra fresca. Amavo la mia vita solitaria, circondata dalla natura, lontana dalla vita frenetica della città.Un venticello fresco mi sfiorava il viso e tutto era perfetto. Poi mi volta e lo vidi.
 Se ne stava lì in piedi vicino la porta-finestra. Capii immediatamente che non avrei più rivisto la luce del giorno. Rimasi lì seduta a guardarlo mentre si avvicinava. Non mi mossi. Buttai giù un altro sorso di birra e poggia la bottiglia sul tavolino che avevo di fianco. 
Lui si avvicinava lentamente, come la morte che arriva piano. Aveva indosso un lungo impermeabile nero e un sorriso amaro. 
Quando mi fu vicino, si accomodò sul dondolo e senza dire una parola, posò una mano sulla mia spalla.Ci guardammo come fossimo due innamorati nel momento dell'addio. Poi lui tirò fuori da una tasca un pugnale e me lo mostrò. Io abbassai lo sguardo e mi portai una mano alla bocca. Ho sempre avuto il vizio di mordicchiarmi le unghie quando sono nervosa.
Passarono minuti interminabili prima che lui mi colpisse all'addome con il pugnale. Un colpo secco, deciso, ma privo di odio. Mentre continuava ad estrarre e ad affondare ancora la lama, continuava a tenere la mano sulla mia spalla. Non ricordo un dolore particolarmente forte. Non ricordo di aver pianto. 
Tornai a guardarlo negli occhi, quasi cercassi una rassicurazione. E in effetti così fu. Il suo sguardo, caldo e intenso, mi aiutò a sopportare quel momento terribile. Il sangue sgorgava copioso e io iniziavo a perdere le forze. 
Mi accasciai su di lui, che mi tenne stretta tra le sue braccia. Chiusi gli occhi e fu in quel momento che lui si tagliò una mano e mi fece bere il suo sangue.



Mi risvegliai tra le sue braccia qualche ora dopo. Se non fosse stato lì avrei pensato ad un brutto incubo. Ma quello che mi disse non appena mi riebbi, spazzò via ogni ombra di dubbio



-Ti ho scelta anni fa. Sarai la mia sposa per  l'eternità.



Voi ci credete alle creature immortali? Quelle di cui si parla nei film horror? Beh, io non ci ho creduto finché non ho visto la mia pelle bruciare sotto i raggi del sole. Spero per voi non dobbiate mai scoprire se NOI siamo reali o meno.

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